Lasciaci indovinare: hai appena portato a termine un progetto in resina epossidica da 110 e lode, hai provveduto alle decorazioni e hai rifinito i dettagli con mano più ferma di un chirurgo.
E adesso? Con ogni probabilità, nei tuoi contenitori sono rimasti scarti e residui che non sai come (ri)utilizzare.
Abbiamo una buona notizia per te: l’alternativa alla pattumiera esiste.
Noi di Reschimica siamo amanti della creatività ma anche del riciclo. È questo il motivo per cui abbiamo deciso di scrivere un articolo utilissimo, dedicato ai resina-addicted che sono stanchi di cestinare materiale di qualità. A seconda del progetto che intendi realizzare, è possibile tenere a mente alcune accortezze salva-sprechi in fase di preparazione e di utilizzo.
Curioso di saperne di più? Ecco tutto quello che devi sapere per non farti trovare impreparato.
Gli amanti del fai-da-te e gli artigiani di professione sanno bene che la quantità di resina extra dipende, in larga parte, dal numero e dalla dimensione di oggetti realizzati nel corso di una sessione creativa. Se hai appena dato vita a un gioiello o a un soprammobile di piccole dimensioni, tieni sempre a portata di mano uno stampo in silicone pronto all’uso da riempire con l’ultima colata di resina epossidica.
Noi ti suggeriamo di selezionare la formina che preferisci tra una vasta scelta di orecchini, ciondoli, portachiavi di ridotte dimensioni, ma anche gingilli e perline da trasformare in un braccialetto multicolor destinato ad adulti e bambini.
Nel caso in cui avessi deciso di compiere il grande passo e di inaugurare il tuo negozio DIY, prendi in considerazione l’idea di donare le piccole creazioni anti-spreco a parenti e amici, oppure ai clienti che hanno effettuato un ordine sul tuo store (online o offline). Un dono è sempre ben accetto, e contribuirà a dare il giusto sprint al passaparola di cui hai bisogno per accrescere i numeri della tua attività!
Inutile negarlo: nella stragrande maggioranza dei casi, i progetti più impegnativi richiedono la miscela di due o più resine epossidiche di colori differenti. Per salvare il salvabile ed evitare l’effetto «pastrocchio», prendi in considerazione l’idea di effettuare tante micro-colate secondarie all’interno di stampini in silicone correlati all’oggetto che stai realizzando.
Un esempio?
Nel caso in cui volessi confezionare un bellissimo portagioie in resina decorazione effetto marmo, procedi con la realizzazione di orecchini o gioielli nel primo caso, di sottobicchieri in pendant nel secondo.
Le idee sono potenzialmente infinite. In linea generale, noi di Reschimica ti consigliamo di ragionare in termini di collezioni, di set: anche gli accostamenti cromatici più arditi ti consentiranno di dare vita a una linea di oggetti dall’identità forte e coerente, immediatamente riconoscibile.
Prima di rimboccarti le mani e di metterti all’opera per trasformare gli scarti di resina epossidica in creazioni super-colorate e apprezzatissime dai tuoi committenti, tieni d’occhio l’orologio e prova a utilizzare il materiale avanzato prima della sua completa essiccazione.
Nel caso in cui le colate principali dovessero prenderti più tempo del previsto, infatti, la resina in eccesso potrebbe polimerizzare nei recipienti.
Ad ogni modo, ti ricordiamo che il materiale in questione è generalmente più colloso e denso di quello appena versato. La buona notizia? Potrai familiarizzare con le proprietà della resina epossidica anche in condizioni non ottimali, scoprendo nuove lavorazioni e strategie di riutilizzo perfette per il tuo stile di lavoro.
Dopotutto, il valore della resina risiede proprio in questo: nella sua capacità di adattarsi a progetti fai-da-te poliedrici e arditi, senza mai deludere le aspettative di appassionati e artigiani.
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What a material of ᥙn-ambiguity and preserveness of valuaƅle
know-how about unexpected feelings.